Hanno scritto su Oliena

“…….monte Uddè, monte Corrasi…. sorgevano dalla conca luminosa come petali di un immenso fiore aperto al mattino; e il cielo stesso pareva curvarsi pallido e commosso su tanta bellezza”

(Grazia Deledda in Canne al vento 1913)


“…andate dunque da Monterosso di Mare a Oliena d’Oltremare valicando il Tirreno sino al golfo di Orosei.. sono certo che là è la meta sublime delle vostre peregrinazioni eloquenti là è l’estasi e il silenzio…”                            

(G. D’Annunzio)


“..Non conoscete il Nepente d’Oliena neppure per fama? Ahi, lasso! Io son certo che, se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall’ombra delle candide rupi, e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellette scarpellate nel macigno che i Sardi chiamano Domos de Janas…”

(G. D’Annunzio)


“…….. Oliena….E’ un meraviglioso paese ai piedi del monte più bello che Dio abbia creato, e produce un vino nel quale si sono infiltrate tutte le essenze della nostra terra, il mirto, il corbezzolo, il cisto e il lentischio.”

(S. Satta)


 “…Oliena per chi viene da Nuoro è la meta di un pellegrinaggio fatato e fatale nel miglior senso della parola, venir a Nuoro senza fare una capatina a Oliena è un caso di coscienza. Poiché bisogna sapere che, tra i luoghi prediletti della natura, Oliena può vantarsi d’occupare un bel posto……”

(Tullio Bazzi In Barbagia 1889) 


Ad Oliena poi, come in moltissimi luoghi della Sardegna, si conservano integre certe antiche leggi del bere. Non è raro che l’ospite vi offra una grande tazza colma di vin, la quale passa di mano in mano fra i convenuti finchè sia vuota, per poi ricominciare…”

(Tullio Bazzi In Barbagia 1889) 


“Pochi paesi della Sardegna hanno come Oliena il dono di affascinare l’uomo. Dipinta in mille quadri, tutti i pittori,da Giuseppe Biasi a Pietro Collu, l’hanno sempre guardata come si guarda una donna amata”

Francesco Zedda “Le vie d’Italia”


“…..In oliena, infatti, nessuno ruba, ogni famiglia gode dei frutti del proprio lavoro. Le donne filano la lana e tessono l’orbace necessario per vestire i congiunti; cosi come gli uomini spremono tanto olio e vino, quanto se ne consuma in un anno…”

Francesco Zedda “Le vie d’Italia”


Per chi guardi da Nuoro, Oliena offre già un colpo d’occhio singolare: le sue montagne sono forse uniche nell’isola. Dolomiti di Sardegna… Oliena si adagia alle falde di una montagna che si leva a strapiombo come una parete; non più grigia come le altre montagne sarde , non più aspra, non più ricoperta da macchie di boschi; ma una montagna più luminosa e solenne, di calcare velato di azzurrino a lunghe venature bianche che vengon giù dalla cima come interminabili e innumerevoli nastri; una montagna mutevole ai colori del sole, alle rosse luci crepuscolari, al tenue chiarore mattinale, ai miti bagliori primaverili, od ai fuochi della canicola; sempre diversa dall’ incanto maestoso delle rocce, nella loro intatta perennità di giganti.

Nicola Valle “Scompare un’ isola: viaggio in Sardegna”


Oliena è un paese vicino a Nuoro, dove si produce il vino più profumato e squisito; un vino che quando ne bevete vi accomoda tutte le faccende del corpo e dell’anima. Quei che non v’anno troppo dimestichezza devono assaggiarlo a bicchierini per farsi la bocca buona come d’un liquore.

Fra i vini di lusso è reputato dei migliori d’Italia e merita d’essere stimato come vale.

Giuseppe Luigi de Villa “la barbagia e i barbaricini in Sardegna  1889”


Giacinto era a Oliena…

Il villaggio bianco sotto i monti azzurri e chiari come fatti di marmo e aria, ardeva come una cava di calce…..Giacinto  guardava le donne che andavano a messa, composte, rigide, coi visi quadrati, pallidi nella cornice dei capelli lucenti come raso nero, i malleoli nudi di cerbiatta, le belle scarpette fiorite: sedute sul pavimento della chiesa, coi corsetti rossi, quasi del tutto coperte dai fazzoletti ricamati, davano l’idea di un campo di fiori.

(Grazia Deledda in Canne al vento 1913)